27 gennaio, la nostra identità

(Tempo di lettura: 1 - 2 minuti)

«La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati».

Così la nostra Repubblica con l’articolo 1 della legge n. 211 del 20 luglio 2000 ha riconosciuto il 27 gennaio come “GIORNO DELLA MEMORIA”. Sì, proprio il 27 gennaio, il giorno in cui i carri armati delle Forze Alleate ad Auschwitz superarono quel cancello con quella maledetta scritta… «Arbeit macht frei».
Da quel momento tutto il mondo vide cosa realmente era accaduto e conobbe lo sterminio in tutta la sua realtà.
Il Giorno della Memoria non è un momento di riflessione collettiva per una solidarietà ormai inutile, è un atto di riconoscimento della nostra storia, è una questione di identità e responsabilità per ciascuno di noi.
Se nel sud della Polonia, a partire dalla metà del 1940, funzionò il più grande campo di sterminio con camere a gas, forni crematori, per la «soluzione finale del problema ebraico», fu quello solo il “capriccio” tedesco di eliminare un popolo. Lo sterminio degli ebrei non aveva una motivazione territoriale, fu deciso sulla base del fatto che il popolo ebraico non meritava di vivere: una forma di razzismo che voleva rendere il mondo «Judenfrei» («ripulito» dagli ebrei)… Per questo il Giorno della Memoria non è un omaggio alle vittime, ma una presa di coscienza del fatto che l’uomo è stato capace di questo. Non è la pietà per i morti, ma la consapevolezza di quel che è accaduto. Che non deve più accadere, ma che in un passato ancora molto vicino a noi, milioni di persone hanno permesso che accadesse. E allora non il 27 gennaio, ma ogni giorno dobbiamo puntellare dei solidi tasselli per impedire ogni forma di discriminazione.

Lorenzo Miani 2C

L'autore
: Lorenzo Miani
Altro dallo stesso autore

Back to Top