Un ‘’vecchio’’ Presidente per una nuova Italia
Con 759 voti (quorum 505), Sergio Mattarella è stato eletto 13° Presidente della Repubblica Italiana. In realtà si tratta di una riconferma, essendo Mattarella già stato eletto la prima volta nel 2015. Si tratta del secondo Presidente che ha ottenuto più voti nella storia della Repubblica, dopo Sandro Pertini (832 voti).
Sono stati necessari 8 scrutini affinché le forze politiche riuscissero a superare le divergenze sui vari candidati (Casellati, Casini, Belloni, Nordio…) e far convogliare i voti necessari su Mattarella. Inizialmente i parlamentari, appartenenti ai vari partiti politici, erano in disaccordo su un nome condiviso: cioè ciascuno votava il candidato presentato dalla propria area, ma nessuno di questi raggiungeva i voti necessari per l’elezione. Molti sono stati gli incontri e le riunioni di partito in cui i vari leader cercavano un accordo. Nel frattempo, in Parlamento le votazioni andavano avanti e le schede bianche e gli astenuti rappresentavano l’attesa per l’indicazione di un candidato unico da eleggere. I grandi elettori sono stati 1009: comprendevano oltre a deputati e senatori anche i presidenti e delegati regionali.
Durante i vari scrutini, prima che si giungesse ad un accordo definitivo, i grandi elettori hanno scatenato la loro fantasia; tra le schede bianche sono spuntati nomi parecchio bizzarri, da Amadeus ad Alberto Angela, fino ad Alfonso Signorini e a numerosi calciatori: un segnale non proprio rassicurante da parte della nostra classe dirigente.
‘’Avevo altri piani, ma se serve ci sono’’: queste le parole che Sergio Mattarella ha indirizzato ai rappresentanti politici che gli hanno rivolto l’appello per la rielezione, concetto che il Presidente eletto ha ribadito nel suo breve discorso di saluto dopo aver ricevuto la nomina ufficiale da parte del presidente della Camera e del Senato. In particolare il Presidente ha dichiarato: "La grave emergenza sanitaria, economica e sociale richiama al senso di responsabilità, che deve prevalere sulle prospettive personali", parole che indicano l’alto senso dello Stato e delle Istituzioni che prevale sugli interessi personali, ciò che invece i parlamentari non hanno dimostrato, facendo prevalere l’interesse personale di ciascun gruppo politico su quello della Nazione.
Irene Leonetti 4D