Gli studenti del “Nuzzi” incontrano don Vito Miracapillo
“Sii il cambiamento che vuoi vedere avvenire nel modo” (Mahatma Gandhi). Noi tutti abbiamo il potere di decidere delle nostre azioni che inevitabilmente condizionano il nostro futuro. Se percorressimo insieme il cammino della vita e collaborassimo per il progredire della nostra società, il nostro mondo sarebbe un posto dove i bimbi di domani potrebbero crescere felicemente.
Sabato 22 ottobre, Don Vito Miracapillo ha raccontato agli studenti del liceo “Nuzzi” la sua storia, invitando noi ragazzi a farci guidare dai nostri insegnanti ed educatori e ad apprezzare la scuola sia come diritto che come dovere per realizzare un mondo migliore. Don Vito ha raccontato che in Brasile, dove ciò non avviene, molti ragazzi non sono fortunati come noi e non possono usufruire della scuola.
Siamo rimasti molto colpiti dal racconto di Don Vito, soprattutto dal suo coraggio e dalla sua ostinazione nel continuare a combattere. Egli, infatti, nonostante avesse subito diverse minacce e corresse il rischio di essere assassinato, ha continuato a predicare per aiutare e difendere i più deboli. Ammiriamo molto la sua persona, è coraggioso, solidale e amorevole verso il prossimo. Se tutti emulassimo, anche solo nella quotidianità e con piccoli gesti, l’operato di Don Vito, il mondo, forse, sarebbe un posto migliore. Il religioso ci ha raccontato la sua esperienza come prete in Brasile, paese ricco di risorse naturali ma, al tempo stesso, molto povero, a causa della iniqua distribuzione delle ricchezze.
Don Vito giunse in Brasile, paese in cui la maggior parte della popolazione vive nella miseria, quando aveva ventisette anni. Qui vedeva bambini e ragazzi analfabeti che lavoravano nei campi fin da quando avevano quattro anni, intere famiglie che vivevano nelle favelas in condizioni disumane e centinaia di neonati denutriti, morti fra le sue braccia durante i battesimi in extremis richiesti dai genitori. Operava nella chiesa di un piccolo villaggio in un’estrema condizione di degrado e povertà, dove gli abitanti, per colpa di ricchi latifondisti, vivevano in condizioni disumane. Ricorda ragazzi, mandati già a lavorare, in età infantile, privi di alcun tipo di istruzione, che invece di giocare morivano per gli stenti. Qui don Vito ha trovato un ambiente nel quale il diritto della persona contava pressoché nulla e nel quale uomini e donne venivano schiacciati da grandi divisioni sociali.
Affrontando questa situazione ha cercato, attraverso la celebrazione delle sue Messe, di rendere consapevoli le persone delle loro condizioni di vita, insegnando il concetto di equità. Sperava di far aprire gli occhi alla gente e di abbattere i muri creati dai privilegi. Purtroppo, però, le sue prediche, diffuse ormai in gran parte dello Stato, diventavano motivo di preoccupazione da parte del governo. Da questo punto in poi sono successi gravi episodi, numerose denunce, la doppia reclusione subita e anche un attentato durante una delle sue celebrazioni. Numerosi i ricorsi che il governo ha attuato contro di lui ma numerose sono state anche le proteste del popolo brasiliano. A questo punto infatti don Vito era già entrato nel cuore della gente locale. Egli ci ha raccontato numerosi ricordi soprattutto riguardo la prigionia e il tentato attacco da parte di uomini armati, ricordi pieni di paura dove la sua fede è stata un enorme punto di riferimento per il proseguimento della sua opera.
Costretto dalle autorità brasiliane a tornare in Italia, ha continuato a fare del bene, sia qui, ad Andria, che in Brasile, grazie al suo progetto per soddisfare i fabbisogni alimentari dei più deboli cittadini brasiliani e per istruire i giovani analfabeti, purtroppo numerosi in Brasile. Molte persone dovrebbero conoscere la vera situazione di questo paese e, dei molti paesi del terzo mondo, in modo da contribuire, a distanza, non solo con piccole somme di denaro, ma soprattutto avendo cura dei piccoli gesti che hanno ripercussioni su ogni parte del mondo.
Incontrare Don Vito e prendere coscienza della situazione del Brasile ci ha portato inevitabilmente a pensare a tutti qui paesi nei quali benessere e pace non sono garantiti. Pensiamo all’Ucraina che nella sua guerra contro la Russia sta perdendo molti dei suoi figli o pensiamo all’Iran dove ogni giorno centinaia di donne vengono calpestate e uccise nella rivolta per i loro diritti. Conoscere il percorso di cura verso il prossimo che Don Vito persegue ci ha ispirato fortemente. Seguiremo i suoi stessi principi e con noi spero anche i nostri compagni; poiché solo noi, prossimo futuro della nostra società, racchiudiamo le chiavi per un mondo migliore.