Matteo Messina Denaro. Un passo avanti, ma c'è tanto da camminare
La notizia della settimana è stata sicuramente l'arresto di Matteo Messina Denaro, mafioso, latitante da trent'anni; attualmente è detenuto al 41 bis nel carcere de L'Aquila.
Si potrebbe parlare per molti articoli di lui, della sua vita, dei suoi affari, della sua vicinanza ad altri criminali molto conosciuti come Totò Riina, di come la sua figura ha segnato la criminalità italiana e di come è grazie a lui se dalla mafia degli attentati si è passati ad una mafia più silenziosa che fa di tutto per essere presente senza farsi vedere.
Ma non è quello che voglio fare oggi perchè sembrerebbe un elogio ad una persona che non ha fatto che male a persone, famiglie ed all'intero stato italiano.
Voglio invece soffermarmi sull'importanza del gesto che è stato fatto, perchè, se vogliamo vedere la cosa da un certo punto di vista questo arresto non ha risolto assolutamente nulla. Arrestare un vecchio malato di tumore di certo non diminuirà il tasso di criminalità in Italia.
Analizziamo, però, questo arresto da un punto di vista simbolico: Matteo Messina era probabilmente il latitante italiano più ricercata a livello mondiale e, come ho già detto, è stato un grande nemico della giustizia e dello stato. Quindi, arrestarlo dopo trent'anni a cosa è servito? È servito a far capire che lo stato vince sempre, perchè, se Matteo Messina non fosse mai stato catturato, avrebbe vinto lui e la mafia, ma, essendo stato arrestato, lui sconterà una condanna che, attenzione, non ci ridarà mai indietro tutte le vite che ha stroncato, ma almeno sarà una consolazione ed un segno. L'Italia è riuscita sicuramente a fare molto in Sicilia contro Cosa Nostra, ma la mafia e la criminalità non sono di certo finite. Al momento la mafia più potente probabilmente è la 'ndraghetta assieme alla Camorra, ma si stanno aggiungendo anche varie associazioni estere. Quindi c'è ancora da lavorare accompagnati dall'ispirazione che ci hanno dato tanti grandi uomini che hanno creduto nella giustizia. Ed è a loro che dedico questa conclusione, a loro e a quella persona sconosciuta che proprio il giorno dell'arresto di Messina sulla tomba di Giovanni Falcone ha attaccato un foglio con su scritto:
“CE L'ABBIAMO FATTA GIOVÀ... DOPO TRENT'ANNI!!!”
Savio Fucci 2BSA