Il Giorno del Ricordo
C'era o, forse, c’è ancora una pagina di storia ignorata, cancellata dal ricordo comune, esclusa dalle cerimonie ufficiali. Eppure, ha segnato la vita per decine di migliaia di italiani, é incisa sulla pelle di tantissimi connazionali costretti a fuggire dalle proprie case, esuli in Italia e nel mondo, ma senza trovare quella solidarietà a cui avrebbero avuto diritto.
Una pagina nera soprattutto per l'Italia che ha dimenticato i propri figli. Soprattutto, ha dimenticato le migliaia di persone uccise barbaramente nelle foibe, colpevoli solo di essere italiani o di essere dei servitori dello Stato. Tutti vittime della brutalità dei partigiani comunisti di Tito.
Il Pci ha imposto culturalmente il silenzio su quella strage, le potenze vincitrici della seconda guerra mondiale hanno evitato, dopo la rottura politica di Tito con Stalin, di aprire discussioni e verifiche. Ma il ricordo è rimasto vivo in chi quella vicenda l'ha vissuta, chi ha perso i propri cari, chi ha perso tutto. Ma solo 60 anni dopo quella strage silenziosa il Parlamento italiano, grazie all'azione di Roberto Menia, ha riconosciuto quel martirio istituendo dal 2004 il Giorno del Ricordo, il 10 febbraio di ogni anno.
Una giornata non da contrapporre al Giorno della Memoria (27 gennaio) che ricorda le vittime dell'olocausto, ma che vuole evidenziare che tra i crimini c'è anche la strage degli italiani d'Istria. Strage, che, cosa ancor più grave, è avvenuta dal 1943 al 1945, a guerra finita. Eppure lentamente, troppo lentamente, si apre quella pagina.
Pochi sanno effettivamente cosa sia accaduto, quanto dolore hanno dovuto sopportare quelle popolazioni di confine, quanti sono morti. C'è forse vergogna nel rammentare la scarsa solidarietà verso le popolazioni giuliano- dalmate.
Ora il Giorno del Ricordo rischia di tornare nel buio, dopo la sua veloce parabola.
È rimasto Simone Cristicchi, con il suo spettacolo (Magazzino 18), a mantenere acceso un filo di memoria, ma d'altronde è cosi: chi si cimenta nel parlare delle foibe se sa che dopo sarà vittima di attacchi o censure? Nessuno, è meglio cambiare discorso. In Italia prevale l’indifferenza o un occhio di riguardo verso certe commemorazioni?
Lorenzo Miani 3C