Le verità non dette nel Giorno del Ricordo
Il Giorno del Ricordo è, e continua ad essere, dalla sua istituzione, il 30 marzo del 2004, oggetto di strumentalizzazione da parte di una certa classe politica che, deliberatamente, lo istituisce esattamente 2 settimane dopo il Giorno della Memoria, quasi a voler suscitare nell’opinione pubblica il senso di una contrapposizione ideologica.
Ciò è perfettamente in linea con la propaganda occidentale anti-comunista caratterizzata da omissioni di verità e revisionismo storico che mostrano gravi lacune quanto alla conoscenza della dottrina del comunismo. Ciò si evince dalla reiterata ed erronea valutazione come “comunisti” di regimi dittatoriali (quale quello di Tito in Jugoslavia) che hanno profondamente tradito ogni virgola degli scritti in cui sono enunciati gli ideali degli illustri pensatori Marx ed Engels.
Ecco che, dalla necessità di un’opera di sola propaganda destroide e filo-atlantista, nasce una giornata volta a conservare e rinnovare la memoria di una sola parte di storia: quella degli italiani dipinti come uniche vittime nelle tristi vicende ricordate oggi. Sarà, quindi, infinitamente doloroso quanto scomodo apprendere che fu proprio il Regno d’Italia, con la violenta occupazione e politica di discriminazione nelle terre istriane e giuliano-dalmate, a partecipare alla dissoluzione del Regno di Jugoslavia e a posare il primo mattone per la costruzione della famigerata Jugoslavia di Tito.
Ancor più colpevole è non rendere giustizia a migliaia di partigiani giustiziati, a sloveni e croati snazionalizzati e alle famiglie serbe deportate, oggetto di esecuzioni sommarie e torture poiché considerate, da parte del regime fascista che aveva il controllo di quelle terre, una “razza inferiore e barbara.” La menzogna e l’occultazione della verità diventano, così, strumenti vitali per evitare i conti col proprio passato in quanto implicherebbe riesumare pagine di macabra storia del Regno d’Italia dagli anni ’20 ai ‘40. Pagine di storia che registrano un milione di morti nei Balcani, come accertato dai servizi segreti dell’epoca (SIM), investiti dall’onda della circolare fascista 3C che autorizzava i soldati italiani della Supersloda (il Comando Superiore di Slovenia e Dalmazia) alla repressione dei cosiddetti ribelli, gli occupati: azioni nel segno della massima “testa per dente” e non “dente per dente”, per utilizzare le parole degli ordini partiti dal Duce. E’ la formula utilizzata dai criminali dell’intera Seconda Armata italiana, i quali furono, inoltre, rei di aver internato migliaia e migliaia di donne e uomini nei campi di concentramento anti-slavi. Il più celebre tra i campi è quello dell’isola di Arbe che raggiunse i 21.000 prigionieri nel ’42 e che detiene il primato per importanza nel suo genere.
In onore delle vittime rimembrare le Foibe significa volgere al passato uno sguardo disincantato con occhio critico tale da non permettere a nessun destroide o filoamericano o finto sinistroide di edulcorare la realtà per mera propaganda e convenienza politica.
Onore alle vittime di tutti i crimini di guerra.