Tu sei avanti tutto moglie e madre

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Il 25 novembre è una data che potrebbe da sola non significare molto per la maggior parte delle persone: molti infatti, me compresa, se non fosse stato per i social non si sarebbero neanche accorti che è stata la giornata internazionale contro la violenza sulle donne.

Il problema sta nel fatto che, come la classica frase natalizia “ A Natale siamo tutti più buoni!” spinge le persone a comportarsi meglio solo in quel giorno, così questa giornata viene usata da molti per ergersi a paladini dei diritti con frasi motivazionali solo in questa occasione, per poi dimenticarsene tutto il resto dell’anno. Questo perché noi viviamo in un Paese dove la donna non è ancora considerata completamente alla pari dell'uomo, ma non possiamo neppure lamentarci: ci basti infatti solo pensare a quello che stanno sopportando e contro cui stanno combattendo le donne e ragazze iraniane (che potrebbero benissimo essere considerate tra le più coraggiose dei nostri tempi) per guardare tutto attraverso un’altra prospettiva.
Ciò non toglie che la cultura occidentale, e soprattutto quella dell’Italia meridionale, impone ancora oggi i classici ruoli di madre, moglie e figlia alle donne. Questo deriva dal fatto che, nonostante i migliori propositi di tutti noi, viviamo ancora in una società intrinsecamente maschilista, incentrata sul dire alle ragazze cosa devono fare per non essere violentate, invece che sull’insegnare ai ragazzi come rispettare persone che differiscono da loro solo per una semplice X. Quindi, forse, ad essere tra gli studenti più consapevoli del nostro istituto sono di certo quelli delle classi 2D, 3B e 3Asa, che insieme alla prof.ssa Giusy Lastella e grazie alla collaborazione dell’associazione “Le Amiche per le Amiche”, sono stati in grado di mettere in scena tre capolavori esemplari: la commedia greca “Lisistrata” di Aristofane, il dramma borghese ottocentesco “Casa di bambola” di Ibsen e la commedia “Filumena Marturano” di Eduardo De Filippo. 

Protagonista della “Lisistrata” è una donna ateniese da cui prende il nome la commedia. Ella risulta dotata di una tale forza d'animo e intelligenza da renderla capace, pur vivendo all’interno di un mondo prettamente maschilista e guerrafondaio, di trovare una soluzione a una guerra a cui neanche gli uomini riuscivano a mettere fine, quella del Peloponneso. Ella infatti riunisce le altre donne, provenienti dai territori coinvolti, e comunica loro il piano per terminare gli spargimenti di sangue, maturato da lei durante le sue lunghe notti passate insonni, perché trascorse in solitudine, sentendo la mancanza del marito. Il piano consiste nel fare leva sull'unico potere che la loro società conferisce alle donne, cioè la loro femminilità/sensualità: pertanto tutte le donne greche non si sarebbero concesse a nessuno, neppure ai mariti, finché la terribile situazione non si fosse risolta. La guerra, nella finzione scenica avrebbe così avuto presto una fine.
 "Inizialmente il personaggio mi sembrava frivolo e troppo lontano da me; però, leggendo bene il copione, sono riuscita a capire le vere ragioni del piano pacifista del personaggio e ad entrare nel suo mondo valoriale": è il commento di Rebecca, la studentessa che ha interpretato Lisistrata.

Simile è il parere anche di Giorgia, l’attrice di Nora, il personaggio principale di “Casa di bambola” che commenta: "Anche per me il primo approccio al personaggio non è stato convincente, in quanto Nora mi sembrava superficiale e “leggera”; in seguito ho compreso la battaglia intrapresa dalla protagonista per affermare se stessa, nonostante nella scena finale tale intento non venga ancora compreso ed accettato dal marito Torvald".
In “Casa di bambola" Nora è infatti un personaggio presentato inizialmente come vuoto, privo di una personalità e pensieri propri; questo è tutto dovuto al condizionamento a lei sottoposto prima dal padre e poi dal marito, che non l’hanno mai trattata con il dovuto rispetto conferibile ad una persona cara, è infatti ella stessa ad affermare: <<Non mi avete mai amato. Vi sembrò solo piacevole volermi bene>>. L’amore è infatti un sentimento che si presuppone sia basato sulla stima reciproca e pertanto mai provato dagli uomini della vita di Nora nei suoi confronti.
Alla fine dell’opera ormai la protagonista è una donna diversa, ha infatti compreso il danno arrecatole e finalmente decide di prendere le redini della sua vita, allontanandosi dal marito per cercare se stessa e non essere così più identificata in relazione a qualcun altro, come ad esempio moglie di… o figlia di… Così facendo scatena la collera di Torvald, che non è in grado di entrare in empatia con i sentimenti e motivazioni della moglie, mentre risulta più preoccupato del giudizio altrui.

 L’ultima rappresentazione, spunto di riflessione, è stata "Filumena Marturano”, la cui protagonista è una donna matura, intelligente e cosciente di come va il mondo, avendolo visto nei suoi aspetti peggiori. Filumena è infatti stata una prostituta, che è riuscita con l’inganno a farsi sposare da Domenico Soriano, un ricco pasticcere donnaiolo, che mai una volta le ha rivolto una parola di apprezzamento per quel che aveva fatto per lui e per il suo lavoro. Ella, nonostante tutto quello che ha dovuto affrontare, è andata avanti e ha lottato per garantire ai suoi tre ragazzi una vita degna di essere vissuta. Alla fine della commedia riuscirà infatti a far prendere ai tre figli il cognome dell’odioso Domenico, così che non siano più giudicati per essere figli di nessuno.
Certo, dinanzi a questa donna che incarna un così puro amore materno si può rimanere un po’ intimoriti questa è stata infatti la reazione di Giulia, che l’ha impersonata sulla scena: "Inizialmente il ruolo mi spaventava, soprattutto per il fatto che la protagonista era stata una prostituta. Immedesimandomi nel personaggio, però, ho capito i suoi valori e quanto tenesse ai figli e alla loro dignità; perciò mi sono innamorata di una donna tanto forte e coraggiosa".

Al termine di questa attività tutti i ragazzi hanno espresso la loro soddisfazione nei confronti di questo progetto ben riuscito, e nonostante all’inizio ne siano rimasti scontenti, perché hanno dovuto sacrificare delle giornate estive, ad esso devono molto; perché oltre ad essersi informati ed essere diventati consapevoli di quanto si debba ancora fare per raggiungere una società migliore, sono cresciuti anche da un punto di vista individuale, in quanto questa esperienza è riuscita a consolidare la loro autostima, come anche le amicizie all’interno della classe. Questa è stata quindi un’attività completa in tutti i sensi, perché è riuscita a centrare entrambi quegli obiettivi che dovrebbero essere propri di tutte le scuole, cioè istruire ed educare.

 

L'autore
: Maria Pia Marzano
Studente del quarto anno
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