La rivoluzione di Olympe de Gouge

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Lei fu tra le prime donne che, durante la rivoluzione francese nel ‘700, fece sentire la sua voce.

Olympe de Gouge (1748-1793), il cui nome di nascita era Marie Gouze, fu figlia, moglie,  madre e vedova. Sarebbe però riduttivo descrivere una donna modello come lei in questo modo. Lei fu tra le prime donne che, durante la rivoluzione francese nel ‘700, fece sentire la sua voce. Lei, infatti, nonostante fosse poco abile nella scrittura, fu una grande intellettuale del suo tempo: frequentò diversi salotti di scrittori e poeti, e scrisse, o dettò, numerose opere teatrali e saggi che avevano come temi la denuncia della schiavitù e della pena di morte, la lotta per il divorzio, e altro ancora. La lotta più appassionata fu, però, quella per la  rivendicazione dei diritti delle donne, ignorati dai rivoluzionari i quali, con il tipico atteggiamento misogino dell’epoca, fecero di tutto per sminuirla e farla sembrare un’ esaltata.

Ella arrivò a scrivere La dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina, dedicata alla regina Maria Antonietta, i cui temi  erano l’emancipazione femminile e la totale parità di entrambi i sessi per quanto riguarda i diritti. De Gouge affermò che se la donna ha il diritto di salire al patibolo, deve ugualmente avere il diritto di salire anche sulla tribuna, e fu proprio questo suo coraggio di esprimersi in maniera diretta, con frasi come "Uomo, sei capace di essere giusto? È una donna che te lo chiede. Dimmi: chi ti ha dato il potere sovrano di opprimere il mio sesso?", che le costò la vita.

Infatti, già ampiamente odiata e sgradita dai rivoluzionari dell’epoca, Olympe de Gouge segnò la sua condanna a morte quando decise di firmare un manifesto in cui si dichiarava favorevole alla fondazione di un governo federale dove ogni dipartimento potesse scegliere il proprio tipo di governo. Venne incarcerata e condannata alla ghigliottina durante il periodo della rivoluzione francese definito come Terrore.

Non ci furono molte donne che la sostennero, perché timorose di andare contro i padri o i mariti dai quali dipendevano economicamente. Questo ci deve far riflettere su come Ella sia stata forte e coraggiosa a tal punto da continuare a lottare per se stessa e per tutti coloro a cui era stato negato il diritto di opinione, e che non avevano ancora presa coscienza delle loro poco dignitose condizioni di vita.

L'autore
: Maria Pia Marzano
Studente del quarto anno
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