Pasolini: lo spiraglio della rinascita
L’evoluzione dell’arte che manca di tradizione: sta davvero terminando l’era di Pasolini?
All’uscita della stazione metropolitana Piscinola-Scampia è stato realizzato un nuovo grande murales ad opera di Agor Jorit, lo street artist napoletano di origini olandesi, che ha scelto di rappresentare l’immagine di Pier Paolo Pasolini. Il più importante poeta e scrittore italiano del XX secolo è divenuto l’emblema della speranza e della rinnovata cultura: la finalità del progetto è evidenziare la bellezza di un quartiere a noi noto solo per vicende di cronaca nera.
Alla vigilia del cinque marzo, giorno in cui ricorre il suo centenario dalla nascita, non tarda a sopraggiungere un quesito spontaneo: gli italiani valorizzano realmente questo cultore sopraffino?
Sottovalutare il patrimonio culturale di cui disponiamo è nella nostra indole, tanto che il nostro senso civico ha ceduto passivamente persino all’effimera svalutazione dei Sassi di Matera, capitale europea della cultura nel 2019. D’altro canto il friulano, visionario dell’epoca, venuto a conoscenza delle intenzioni di “bonifica” del territorio, profondamente offensive nei confronti della sua personale sensibilità, esclamò con tono autoritario: “Voi state commettendo un delitto contro la civiltà contadina!”. Come opinare la sua attenta riflessione!? Ma il vero colpo di scena sarebbe avvenuto anni dopo; d’altronde chi avrebbe mai immaginato che, a distanza di tempo, nella medesima città si sarebbe tenuta una mostra di rilievo come “Pasolini a Matera. Il Vangelo secondo Matteo cinquant’anni dopo. Nuove tecniche di immagine: arte, cinema, fotografia.”? Eppure, tutto ciò è accaduto nel 2015, anno in cui pare essersi intravisto uno spiraglio di rinascita culturale in cotanta torpedine, che ha dunque omaggiato l’illustre scrittore e sceneggiatore per mezzo della presentazione del suo film più rinomato, opera protagonista della mostra stessa. Nonostante il suddetto contributo per commemorare l’artista, la nostra radicata ignoranza a riguardo progredisce. Persino a Berlino viene rammentata la sua fama da regista, poeta, scrittore, editorialista e sorprendentemente anche pittore, grazie alla mostra più influente d’Europa: un’autentica ed esaustiva esaltazione della produzione pasoliana, che continua incessantemente ad affascinare, incuriosire ed ispirare giovani menti creative d’ogni parte del mondo. E la lista prosegue con le mostre di Parigi e Barcellona intitolate “Pasolini Roma”, che si offrono come portavoce della straordinaria capacità inventiva dell’autore e scandagliano la sua complessa figura di intellettuale e di artista attraverso il suo rapporto con Roma. Alla luce di quanto detto, emergono il senso di vergogna, comune a gente incapace di agire, e la passività con cui anche Roma medesima ha sminuito Pasolini. - “D’altra parte che possiamo fare noi?”- ci si chiede spesso, con la convinzione che il contributo di ognuno alla cultura, a qualcosa di così “teorico, poco pratico e per niente giovante ai fini del guadagno”, sia inutile. Sono proprio questi gli atteggiamenti che lo scrittore denuncia nelle sue opere: la mancanza di rispetto nei confronti dell’arte, la volontaria ignoranza di tematiche culturali, ma soprattutto la peccaminosa incapacità di sviluppare un proprio pensiero critico, che si traduce in omologazione delle medesime menti cittadine, ormai assopite da una società nefasta, ahimè colma di circensi ed istrioni.
Non dimentichiamoci che Pasolini non fu solo un “artista”, ma divenne un personaggio, egli decise volontariamente di appartenere alla vita pubblica, di influire su di essa e, in un modo o nell’altro, di sicurò ci riuscì.
Pertanto, il consiglio che proponiamo, propedeutico alla crescita interiore di ciascuno, è di seguire il suo esempio, divenendo maggiormente sensibili, per cogliere le occasioni che potrebbero arricchirci interiormente ed invogliarci a perseguire il sentiero della dedizione all’arte. La metis, il ragionamento, l’argomentazione, la presa di posizione e la perseveranza sono le qualità indispensabili all’essere umano per la rinascita del Paese, proprio come ci suggerisce il grande Pablo Neruda:
“Nascere non basta.
È per rinascere che siamo nati.
Ogni giorno.”
A cura di:
Adriana Losito, Francesco Papa, Federica Paradiso, Francesco Petrino, Luca santovito, Elisabetta Vurchio, Simona Ciciriello