Elezione del Presidente della Repubblica. Vince l’egoismo dei partiti
Ci sono volute esattamente otto indimenticabili e stancanti votazioni per rieleggere il Presidente Sergio Mattarella, un uomo con una presenza rassicurante, che, vedendo la barca in tempesta, ha deciso, seppur avanti negli anni, di riprendere con coraggio il timone tra le sue mani.
Una barca, la politica italiana, che in queste otto votazioni stava sparendo dai radar di controllo, dai cittadini italiani. Una politica fatta da partiti anomali, senza principi, valori e soprattutto senza identità nonostante la presenza dei propri leader sempre pronti a confondere il popolo attraverso i canali Tv e i social. Mi verrebbe da riprendere, a tal proposito, una citazione del noto cantante Gaber: “ Ma che cos’è la sinistra e che cos’è la destra?”.
Una politica, insomma, incoerente, inadeguata, che ha lasciato dal 24 al 29 gennaio un Paese in totale confusione, un paese che necessitava, e tutt’ora necessita, di un'attenzione particolare, vista la situazione pandemica. Questo perché i nostri politici, che noi stessi abbiamo eletto, hanno pensato più agli interessi personali o di partito, smarrendo il concetto di polis e di bene comune, litigando tra loro, senza trovare soluzioni, preferendo dare maggiore attenzione ai twitter e ai post di instagram.
Credo che per noi cittadini sia il momento di far sentire la nostra voce, partecipando più attivamente alla vita sociale e politica, tenendoci costantemente informati, seguendo i dibatti politici, magari anche, per i più volenterosi e appassionati, inserendoci in qualche associazione o organizzazione di carattere politico…
Mi piacerebbe, da giovane interessato alla politica, lanciare un messaggio provocatorio e quasi elettorale, per smuovere le coscienze di tutti, soprattutto di quelli che assumono un atteggiamento del tutto indifferente verso la politica: “Se non vuoi che ancora una volta vinca l’egoismo dei partiti, scendi in campo, rimboccati le maniche, lascia il cellulare e contribuisci a migliorare la politica di questo Paese e il Paese stesso!”
Francesco Lattanzio 4E