Musica: una medicina
"Lo spirito gioca più nei suoni che nelle parole" (M. Napodano)
Musica e medicina sono sempre state in stretta relazione fin dall'antichità. Si è sempre cercata una cura naturale che potesse aiutare diversi tipi di problematiche. Già Platone e Aristotele ritenevano la musica uno dei rimedi più efficaci e il Dio Apollo era la divinità sia della musica sia della medicina.
Oggi il potere terapeutico della musica è una realtà come anche spiega la World Fonderation of Music Therapy (Fondazione mondiale di Musicoterapia) nata nel 1996: l'uso della musica favorisce e facilita la comunicazione, le relazioni, l'organizzazione ed è un beneficio per il corpo, la mente e i rapporti con il mondo esterno e con se stessi, di conseguenza migliora la qualità di vita di ognuno; è fondamentale anche per la cura di diverse malattie: disturbi dell'umore, depressione o anche deficit di lettura o comprensione, autismo, demenza senile e persino malattie neurodegenerative. Inoltre la musica agevola le terapie riabilitative di un muscolo, rendendolo più semplice e facile da lavorare. Migliora il nostro umore e il nostro benessere, la pressione, il battito cardiaco e lo stress.
Ascoltare musica dolce, infatti, come quella classica di Beethoven, può rendere più facile l'apprendimento e migliorare l'attenzione, secondo quanto dimostra la superiore crescita di Q.I. nei bambini che la praticano come attività extrascolastica. La musica fa percepire emozioni e suoni e contemporaneamente permette di esprimere e comunicare anche quando è difficile farlo; questo è il caso dei bambini che soffrono d'autismo e riescono meglio ad esternare i loro sentimenti proprio attraverso la musica, aprendosi al mondo esterno.
La frequenza che rende rilassato l'uomo è 528 Hz: più ci si avvicina a questo valore più il nostro corpo raggiunge il benessere. L'altezza, il ritmo, l'intensità potrebbero variare lo scopo della composizione, infatti se questi sono più forti rendono la persona più tesa, energica e irregolare mentre se sono deboli accade il contrario. Ed è questo principio ad essere sfruttato nelle terapie che coinvolgono il solo paziente, o quest'ultimo con il medico, che fa ascoltare una musica pre-registrata o singoli strumenti musicali scelti dall'infermo durante la terapia.
Eppure sembra che la musica stia sfuggendo di mano, stia passando in secondo piano...