Oggi ... questo è un uomo?
Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case,
Voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici…
In questa poesia di Primo Levi, l’autore mette a confronto la vita quotidiana, normale, al sicuro dai problemi e dai pericoli del mondo, con le miserie e le sofferenze dell’Olocausto.
E’ una poesia molto particolare, diversa, che spinge il lettore a riflettere, ma soprattutto sottolinea la fragilità umana. Gli uomini e le donne al sicuro, al caldo nelle proprie case, al riparo dalle miserie del mondo, non pensano, non si soffermano minimamente a pensare alle sofferenze degli altri, in fondo non sono le nostre e per questo non ci toccano direttamente.
Come non mai è attuale il richiamo alla memoria, al “non dimenticare” ciò che è accaduto nei campi di sterminio, perché comunque e sempre la storia si ripete…la guerra in Ucraina è un altro Olocausto. Cambiano i luoghi, le motivazioni, ma la sofferenza rimane degli uomini , delle donne, dei bambini innocenti. I “campi della morte” in cui sono stati sterminati più di sei milioni di ebrei, a distanza di anni, hanno solo cambiato luogo e gli errori del passato non ci hanno insegnato niente.
Bisogna mettere al primo posto la vita, la libertà di vivere, crescere e non correre incontro alla morte per il potere, per l’egemonia, per la razza superiore che non è mai esistita, perché siamo tutti esseri umani nati liberi con il diritto di vivere non da egoisti, ma pensando anche agli altri, crescere con gli altri nel rispetto degli altri con le proprie diversità.
Il popolo ebraico ritenuto inferiore, non è diverso da quello ucraino o da quello russo e da tutti noi. Sono solo cambiati i nomi dei popoli coinvolti, i capi che hanno dato inizio allo sterminio di innocenti, quanti Hitler dopo di lui… che peccato non abbiamo imparato nulla, quanta gente è morta invano!!
Quante pagine di sangue si continueranno a scrivere…
Appena vedo un bambino, io mi sento rinascere come una fenice perché quel bambino, ogni volta che cresce darà sempre un contributo alla nuova generazione e mi sento morire al pensiero di quanti bambini siano morti per un capriccio di pochi, senza un motivo e solo per pura cattiveria.
Noi potremo ricordare ogni anno, nel giorno della memoria, queste atrocità, ma nessuno potrà mai capire quanta ingiusta sofferenza abbia dovuto sopportare il popolo ebraico.
La senatrice Liliana Segre visita le scuole e racconta la sua testimonianza insieme a tanti superstiti dei campi di sterminio, ma la mia mente non riesce ad immaginare davvero quanto male possano aver davvero sofferto.
Auschwitz è un orrore che non potrà mai essere dimenticato.
La morte merita rispetto, ma la vita va sempre rispettata…qualsiasi vita, senza colore, età, razza…la vita va vissuta non va spezzata con la violenza.
Gaia Di Bari 1A