Gianluca Vialli

(Tempo di lettura: 2 - 3 minuti)

“La sofferenza, il dolore sono l'inevitabile dovere di una coscienza generosa e d'un cuore profondo. Gli uomini veramente grandicredo, debbono provare su questa terra una grande tristezza.”
Fëdor Dostoevskij

La prematura scomparsa di Gianluca Vialli ha di certo lasciato un grande vuoto, ma anche una pluralità di voci pronte a onorare il ricordo di un campione che sapeva stupire e conquistare anche fuori dal campo. Ciò che lo ha sempre contraddistinto è la capacità di spogliarsi del personaggio pubblico, mettendosi a disposizione con estrema umanità e sensibilità, omologandosi come uno fra tanti, disposto ad amare incondizionatamente.
Vialli ha lottato ben due volte contro la sua malattia, una volta nel 2017, dalla quale si era sensibilmente ripreso, la seconda nel 2022, purtroppo decisiva; la sua vita non si limita solo alla sua carriera da allenatore e calciatore, ma in lui abbiamo incontrato un’incredibile bontà e sensibilità, un animo che non ha mai perso né la voglia di lottare, né tanto meno il sorriso. Nonostante la sua incredibile forza e il suo esemplare coraggio, Vialli ha dovuto convivere con il dolore e l’insicurezza, osservando il suo aspetto cambiare percettibilmente col tempo, guardandosi ogni giorno sempre più piccolo e minuto, sentendosi in dovere di nascondersi indossando infiniti strati di vestiario.
Dicono che il successo dia alla testa, mentre per altri è il mezzo per guadagnarsi il rispetto e l’onore. Questo è stato il caso dell’ex allenatore dopo che insieme al suo amico Massimo Mauro hanno messo su (nel 2004) un’associazione di ricerca e prevenzione di malattie come il cancro e la SLA che ancora oggi rimangono un’incognita dal punto di vista medico e si sa: l’unico strumento per sconfiggere il nemico è conoscerlo. Sulla base di questo i due amici hanno dato origine alla “Fondazione Vialli e Mauro” per vincere una partita molto più importante di una qualsiasi di calcio. 
Gli ultimi anni di vita di Gianluca Vialli si possono riassumere in una sua riflessione sulla malattia: "Non mi vergogno più di piangere". Il suo malessere è stato per lui una lezione di vita atroce che gli ha insegnato a convivere e a condividere la sua dolorosa quotidianità, portandolo ad estrapolare da sé solo il meglio e impiegarlo per consolare chi sta peggio di lui.
È diventato un emblema, un esempio per tutti coloro che compiono un percorso difficile assieme alla propria malattia, divulgando messaggi d’amore e solidarietà che sono sempre stati d’aiuto per alleviare le sofferenze, anche se in fondo era consapevole che un giorno quell’”ospite” l’avrebbe divorato. Lui è la testimonianza che ci invita a vivere ogni giorno come fosse l’ultimo, ad essere gentili, comprensivi, a non giudicare una persona senza conoscere i suoi “mostri” e soprattutto a essere grati di tutto ciò che possediamo e non. Gianluca Vialli, molto più di un calciatore. 
“Le mie figlie mi hanno aiutato, disegnandomi le sopracciglia e ho chiesto dei consigli a mia moglie sui trucchi da usare. Abbiamo riso, devi ridere. Hai bisogno di trovare il lato divertente. Ma c’erano dei giorni in cui mi rinchiudevo in bagno per non farmi vedere piangere”.

 

Cabutti Adriana

Maiorano Fabiana

Nemore Marco

Piccolo Maria Elena

Simone Antonella

L'autore
: Adriana Carbutti Fabiana Maiorano Antonella Simone Marco Nemore Maria Elena Piccolo

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