Early night o Centennials?

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Un nuovo hashtag sta spopolando tra la generazione Z Strano a dirsi ma è un invito in assoluta controtendenza: “Early night”A renderlo virale Tik tok.

“Early night”,  “a letto presto” sarebbe il nuovo trend della generazione Z. Appartengono a questa generazione tutti coloro che sono nati tra gli anni 90 e il 2010, si tratta della porzione di persone che sin dalla nascita sono a stretto contatto con la tecnologia digitale, sono i giovani cresciuti con gli smartphone, con internet, con le piattaforme di streaming. “Jean Z” di solito si identifica con giovani assidui frequentatori di discoteca, locali notturni, consumatori di alcol e droghe. Ebbene bisogna ricredersi sulle cattive abitudini di questa generazione. È proprio su tik tok che la Jean Z ha dimostrato di avere sane abitudini; il fenomeno dell’early night dimostra l’attenzione dei giovani al proprio benessere fisico e mentale. Andare a letto presto fa bene al corpo e alla mente, favorisce uno stile di vita sano. Secondo questi, andare a letto presto è un toccasana per la salute e un sonno ristoratore riduce il rischio di malattie cardiovascolari, ansia e stress.
Nonostante questo possa sembrare un trend positivo, potrebbe nascondere qualche insidia. Riflettiamo sullo stile di vita dei “Centennials” ovvero i ragazzi tra i 18 e 35 anni; questi ultimi, secondo un’analisi dell’American Time user survey di Red care del 2002 vanno a letto in media alle 22:06. Questa potrebbe essere un’abitudine che si sono trascinati dal lockdown in cui la sera non essendoci praticamente nulla da fare, ed essendo venuta meno qualsiasi forma di socialità o svago, ci si coricava prima. Nonostante tutti i benefici elencati del sonno l’early night potrebbe evidenziare un aspetto più triste, un disagio dei giovani. Quando un adolescente racconta sui social di andare a dormire presto, di non voler uscire con gli amici o di voler guardare piuttosto una serie TV, forse vuol dire che il nuovo hashtag non sia del tutto positivo. Il lockdown purtroppo ha reso la vita di molti giovani più solitaria e molti di loro fanno ancora i conti con depressione o problemi psicologici, spesso anche condivisi sugli stessi social. La generazione Z, dunque, non può essere classificata solo come quei ragazzi che promuovono uno stile di vita sano, o attenti al benessere fisico mentale. Loro sono i nati sotto il segno di internet ma anche gli stessi messi a dura prova dal lockdown. Non vanno a dormire presto nemmeno perché sono pigri…loro sono stati quelli privati dell’amicizia dei banchi di scuola e degli abbracci dal crudele lockdown.

 

Martina Gazzillo

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