La cattedrale è un libro, un libro da leggere!

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Un liceo scientifico, una cattedrale. Una metamorfosi durata poco meno di un’ora, quella che ha visto trasformarsi gli spazi quotidianamente frequentati da noi alunni in un suggestivo ambiente in penombra, silenzioso e palpitante di aspettativa per qualunque cosa stesse per iniziare. Le voci degli attori che si levavano sui mormorii del pubblico e creavano un sortilegio per cui era impossibile distogliere l’attenzione.

Un tema inusuale, quello delle cattedrali, giganti di marmo che svettano da secoli sulle nostre città e sono spesso date per scontate, osservate nel migliore dei casi con blando interesse.
Ebbene, il professore Michele Palumbo, con il suo Club della Cattedrale, squarcia il velo della superficialità per svelare tutti i misteri e i calcoli, i progetti e i significati che si celano dietro queste costruzioni.
“La Cattedrale è un libro, un libro da leggere”: così si apre lo spettacolo, rappresentato per la prima volta nel corso dell’anno scolastico 2004-2005.
Innanzitutto, si è posto l’accento sul valore comunitario delle cattedrali, sulla partecipazione di tutti ad erigerle e sull’importanza fondamentale di ciascuna figura, sia colui che compie i necessari calcoli che coloro che lavorano la pietra.
“Ogni cosa ha un suo significato e ogni significato ha un suo simbolo”, ci ragguagliano gli attori, per poi porre l’accento su cinque aspetti portanti: la luce, l’ombra e il colore poiché la cattedrale “è il regno del chiaroscuro”, che le magnifiche vetrate, “enciclopedie del sapere”, arricchiscono con le migliaia di sfaccettature colorate; le bestie reali e immaginarie che vedono la pietra finemente modellata divenire quasi viva, quasi in grado di respirare; animali come pavoni, creature mostruose o ammantate di simbolismi come il tetramorfo; il rosone, che riprende già nel nome la Rosa Mistica delle litanie, la Vergine Maria, e la cui interpretazione cambia straordinariamente in base al numero dei petali, dai 6 che richiamano Salomone, agli 8 che rimandano all’origine del Sole; i numeri come 3, 7, 12, 30, 360, che compaiono nei pilastri, nell’angolazione, riportando immense costruzioni a schemi splendidamente elementari; il labirinto, metafora della fede, della vita, che richiede l’incredibile sforzo di individuare un’unica strada, quella giusta, quella che conduce alla “fine di tutto”.
Particolarmente interessante è la domanda finale: il mistero della cattedrale va svelato o taciuto?
La parole è affidata all’alchimista Fulcanelli che predica di “sapere, potere, osare e tacere,” e al romanziere Christian Jacq che invita alla conoscenza, alla pazienza e alla diffusione di quanto appreso.
Ebbene, i nostri ciceroni conciliano i due antitetici punti di vista, affermando di “tacere le differenze che ci dividono e parlare ciò che ci accomuna”, per poi concludere con la lettura della “Preghiera a Dio” di Voltaire.
Più che uno spettacolo teatrale, il Club della Cattedrale è stato un percorso quasi mistico, di cui uno dei momenti di massima poesia ha visto l’accompagnamento musicale ad un magnifico canto corale, ma che soprattutto è stato capace di rendere attuale e avvincente anche un argomento così peculiare e forse anche apparentemente lontano da noi e di indurre alla riflessione, propugnando un messaggio di pace.

Elena Carbutti, classe terza B

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