L’Inferno in una grotta

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Hell in the cave… una rappresentazione davvero molto suggestiva dell’“Inferno” di Dante a cui alcuni  studenti, di classi terze, quarte e quinte, hanno assistito nella splendida cornice delle Grotte di Castellana.

L’antichissima cavità naturale che risale a novanta milioni di anni è stata allestita con luci colorate, sfere di plastica, catene e altoparlanti per ospitare lo spettacolo di alcuni episodi significativi della Divina Commedia, in particolare dell’Inferno e del Purgatorio.
Entrando nella grotta si viene accolti da un’atmosfera “infernale”:  luci rosse offuscate illuminano la lunghissima scala, grondante umidità, che conduce giù. Sulle scale un “dannato” spaventa gli avventori gridando e, una volta scesi, si scorgono altri penitenti che si muovono sofferenti, attaccati a spesse catene. 
Dopo la discesa ci si posiziona davanti a diverse rocce e stalattiti su cui si muovono tutti gli attori che, all’occorrenza, si spostano da un cerchio all’altro, raggiungendo ogni tanto anche gli spettatori e aumentando così la loro partecipazione. 
Intanto, una voce recita i vari canti, partendo da Pier Delle Vigne e arrivando al famoso verso “...e finalmente uscimmo a riveder le stelle”, passando per il canto di Paolo e Francesca, del Conte Ugolino, di Brunetto Latini, di Ulisse e dei simoniaci, per poi concludere il tutto con la visione di una eterea Beatrice, accompagnata da una forte luce che rappresenta la luminosità proveniente dall’Empireo.
Molto realistiche e convincenti soprattutto le rappresentazioni del Conte Ugolino, di Paolo e Francesca e di Ulisse. 
Gli attori si arrampicano abilmente sulle pareti rocciose, si appendono a corde sospese e rimangono in bilico sugli speroni: la loro bravura, la loro capacità di immedesimarsi nei personaggi, l’atmosfera cupa e sicuramente grottesca  e le varie ombre, che amplificavano i movimenti degli attori, hanno fatto sentire davvero gli studenti nell’Inferno dantesco. 
Si è avvertita la sensazione che il sommo poeta avesse davvero immaginato la voragine infernale così come è stata rappresentata a Castellana: hell in the cave!
L’esperienza, davvero arricchente e straordinaria, ha contribuito sicuramente a rendere omaggio all’immensa opera di Dante e a renderla molto più accessibile agli studenti; è stato come essere tutti un po’ Dante perché  si sono  provate, almeno in parte,  le stesse emozioni che il poeta deve aver provato mentre attraversava il suo oltretomba

Hell in the cave è stata un’esperienza unica, che consiglio a tutti.  

Vincenzo Troia, classe terza

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