Quanta autostima abbiamo noi adolescenti? … il sondaggio continua

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Depressione, tentativi di suicidio, attacchi di panico, malessere… situazioni diffusissime tra noi adolescenti.

Queste situazioni si verificano sempre più spesso e ovunque – ad esempio si pensi agli episodi verificatisi negli scorsi mesi nella nostra città, che hanno avuto per protagonisti adolescenti fragili – e sono legate a molteplici fattori connessi a specifiche dinamiche psichiche che si innescano. Qual è la causa? Il futuro e le aspettative altrui rappresentano degli obiettivi da raggiungere e talvolta anche da superare affinché noi ragazzi possiamo creare un’immagine di noi stessi conforme agli occhi del mondo in cui viviamo. Inoltre, comune tra noi adolescenti risulta essere il senso di vergogna e inadeguatezza nei confronti dei modelli imposti dalla società, di cui non vogliamo deludere le aspettative, per cui al minimo “fallimento” ci demoralizziamo, arrivando anche ad atti estremi come il suicidio o, in caso di rapporto conflittuale con il nostro corpo, tutto ciò può sfociare in disturbi alimentari come anoressia e bulimia o autolesionismo. Queste situazioni si registrano soprattutto in ambito scolastico: basta una verifica andata male o un commento di un compagno o docente e andiamo in crisi. Il fulcro di tutto è l’“io”, la considerazione del proprio essere, che traduciamo nella parola autostima, stima di sé. Generalmente l’autostima degli adolescenti è molto bassa e, in alcuni casi, del tutto inesistente.

Come se la cavano i ragazzi della nostra scuola? Abbiamo continuato il nostro sondaggio, questa volta confrontando una classe prima, la 1^B, e una quinta, la 5^E, per vedere come fasce di età diverse (14-15 e 18-19 anni) percepiscono la considerazione di sé. Il sondaggio è stato anonimo e ognuno ha espresso il proprio livello di autostima su una scala da 1 a 10; liberamente chi ha voluto ha espresso le motivazioni per cui ha scelto quel voto.

È emerso che la media generale del livello di autostima dei ragazzi del primo anno è di 6,3, mentre per il quinto abbiamo una media pari a 7,1. Ciò ci fa capire che crescendo, col passare degli anni, la criticità di sé tende ad attenuarsi. Interessante è stato osservare i giudizi riportati dagli studenti. C’è chi ha poca fiducia in sé: “Il modo in cui mi vedono gli altri pesa più di come mi vedo io, e mi fa stare male”, “Non credo molto in me stessa e non sono molto brava a scuola” , “ho la pelle molto rovinata, odio il mio sorriso”. C’è chi sta lavorando su se stesso: “Sto imparando ad accettarmi fisicamente…”, “Non è facile vedersi senza difetti e sentirsi liberi dagli occhi degli altri…” . Dunque, riferimenti legati per lo più alla propria immagine, al modo di apparire agli altri e di sembrare migliore difronte agli altri. 

Fondamentale è l’autostima e il valore che si attribuisce al proprio essere, con la speranza di non poter e dover più ascoltare determinate notizie.

Lea Guglielmi, classe prima

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